Ma cos' é successo ?
Il metodo convenzionale o intensivo
Con l’avvento dell’agricoltura chimica dopo la fine della seconda guerra mondiale si è di fatto affermato il concetto che era sufficiente apportare artificialmente le esigenze nutrizionali alla pianta tramite i concimi chimici e pertanto nell’azienda non c’era più bisogno di fare la rotazione colturale e che la stessa poteva specializzarsi in un unico indirizzo produttivo.
Contrariamente al metodo tradizionale, é stata completamente abbandonata la logica dell’agricoltura a ciclo chiuso e l’impiego dei diserbanti, fertilizzanti o altri prodotti chimici é diventato sistematico.
I mezzi meccanici moderni hanno poi permesso un migliore sfruttamento del terreno oltre ad una riduzione del tempo di lavoro.
Negli ultimi 50-60 anni le risaie hanno quindi subito un gran sconvolgimento: sono scomparse le piccole camere irregolari a livelli e ne sono apparse di più grandi e rettangolari. In più si é proceduto alla equa ripartizione dello strato più fertile del terreno (la “cottura”) . Questo per permettere di avere le stesse rese in tutta la risaia.
I principi che guidano la coltura del riso nel metodo intensivo sono grosso modo quelli del tradizionale. Con l’introduzione pero’ dei mezzi meccanici e dei prodotti chimici alcune attività sono totalemente scomparse come la costipazione del terreno, la monda, il trapianto e la tresca.
Una fase ben specifica si é inoltre introdotta in questo tipo di cultura ed é quella del diserbo. Il diserbo avviene attorno al mese d’aprile, prima della semina e subito dopo di essa.
Infine avviene l’asciutta di radicamento, 15-20 giorni dopo la semina. Essa determina il potenziamento e l’allungamento delle radici, la migliore nutrizione della pianta e un superiore sviluppo vegetativo.
Rispolverare il tradizionale rispettando la Natura é possibile : il nostro metodo